ph. Scott Web
Intelligence profonda
Anche tra nazioni rivali o addirittura nemiche, esistono spesso canali di comunicazione segreti o semi-segreti tra i rispettivi servizi di intelligence e diplomatici. Queste reti servono a diversi scopi:
Esempi storici includono:
Anche oggi, nonostante le tensioni (es. USA-Cina o NATO-Russia), è probabile che alcuni canali discreti rimangano attivi. La cooperazione conflittuale è una costante delle relazioni internazionali. Vuoi approfondire qualche caso specifico?
L'idea che le reti d'intelligence e le diplomazie segrete possano costituire una sorta di "governo ombra globale" è un tema ricorrente nelle teorie del complotto, ma nella realtà le dinamiche sono più complesse e meno coordinate. Ecco alcuni punti chiave per analizzarla:
1. Nessun controllo centralizzato, ma influenze informali
2. Il ruolo delle intelligence
3. Strutture ibride e accordi occulti
4. Esempi storici di manipolazione
Conclusione:
Potere diffuso, non un "governo ombra"
Non esiste un'unica cabala, ma centri di potere in competizione che a volte cooperano per interessi comuni (es. evitare una guerra nucleare). L'opacità di queste reti alimenta teorie complottiste, ma la realtà è più caotica e meno coordinata.
(ruolo delle Big Tech, accordi bancari segreti, o il controverso concetto di "Stato profondo").
- Gestione delle crisi – Per evitare escalation pericolose (es. durante la Guerra Fredda, la "linea rossa" tra USA e URSS).
- Scambio di informazioni – A volte su minacce comuni, come il terrorismo internazionale o il crimine organizzato.
- Diplomazia parallela – Canali non ufficiali per esplorare possibili accordi senza impegni pubblici.
- Controllo di alleati e proxy – Per evitare che conflitti periferici sfuggano al controllo (es. mediazioni tra USA e Russia in Siria).
Esempi storici includono:
- I contatti tra CIA e KGB durante la Crisi dei missili di Cuba.
- Le trattative segrete USA-Cina prima del riavvicinamento degli anni '70.
- La collaborazione tra intelligence occidentali e russe post-11/9 (limitata ma esistente).
Anche oggi, nonostante le tensioni (es. USA-Cina o NATO-Russia), è probabile che alcuni canali discreti rimangano attivi. La cooperazione conflittuale è una costante delle relazioni internazionali. Vuoi approfondire qualche caso specifico?
L'idea che le reti d'intelligence e le diplomazie segrete possano costituire una sorta di "governo ombra globale" è un tema ricorrente nelle teorie del complotto, ma nella realtà le dinamiche sono più complesse e meno coordinate. Ecco alcuni punti chiave per analizzarla:
1. Nessun controllo centralizzato, ma influenze informali
- Non esiste un'unica regia occulta, ma reti sovrapposte di élite politiche, economiche e militari che perseguono interessi convergenti (es. stabilità finanziaria, controllo di crisi regionali).
- Gruppi come il Bilderberg, la Commissione Trilaterale o il Council on Foreign Relations sono spesso citati come "governi ombra", ma in realtà sono forum per dibattiti informali, non strutture di comando.
2. Il ruolo delle intelligence
- Servizi come la CIA, l'FSB russo o il MSS cinese operano spesso al di fuori del controllo democratico, ma sono strumenti di Stati rivali, non di un'unica entità globale.
- Esistono collaborazioni tattiche (es. anti-terrorismo), ma anche sabotaggi reciproci (vedi casi come Snowden o gli attacchi hacker).
3. Strutture ibride e accordi occulti
- Alcuni meccanismi, come il deep state (burocrazie permanenti che resistono ai cambiamenti politici) o i paradisi fiscali, creano un sistema opaco che favorisce élite transnazionali.
- Organizzazioni come la Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI) o l'FMI hanno un potere reale, ma rispondono a logiche multilaterali, non a un piano unificato.
4. Esempi storici di manipolazione
- Operazione Gladio (reti stay-behind della NATO in Europa durante la Guerra Fredda) mostra come alleanze segrete possano agire oltre i governi ufficiali.
- Progetto MKUltra (CIA) o Irangate rivelano che gruppi ristretti possono violare le leggi, ma senza una regia "globale".
Conclusione:
Potere diffuso, non un "governo ombra"
Non esiste un'unica cabala, ma centri di potere in competizione che a volte cooperano per interessi comuni (es. evitare una guerra nucleare). L'opacità di queste reti alimenta teorie complottiste, ma la realtà è più caotica e meno coordinata.
(ruolo delle Big Tech, accordi bancari segreti, o il controverso concetto di "Stato profondo").
Elezioni Trump e contesto
E' possibile che le elezioni di Donald Trump nel 2016 siano state facilitate da dinamiche tra le intelligence statunitensi e russe, anche se non in modo diretto o coordinato. Ecco i punti chiave emersi dalle analisi e dai rapporti disponibili:
1. Interferenza russa documentataI servizi segreti statunitensi (CIA, FBI, NSA) hanno concluso con "alto grado di confidenza" che il presidente russo Vladimir Putin ordinò una campagna di interferenza per influenzare le elezioni del 2016, con l'obiettivo di danneggiare Hillary Clinton e favorire Trump. Le tattiche includevano:
2. Preferenza dichiarata della Russia per Trump
I rapporti dell'intelligence statunitense evidenziano che Putin vedeva Trump come un candidato più favorevole agli interessi russi, soprattutto per le sue posizioni su Crimea, Ucraina e sanzioni. Trump, ad esempio, aveva espresso apertura a collaborare con Mosca contro l'ISIS e a rivedere le sanzioni 2413.
3. Reazioni contrastanti di Trump
Durante la presidenza, Trump ha spesso sminuito le conclusioni dell'intelligence statunitense, arrivando a dichiarare pubblicamente di fidarsi più delle smentite di Putin che dei propri servizi segreti, come avvenuto al summit di Helsinki nel 2018 1. Questa posizione ha alimentato sospetti di una connivenza informale, anche se non è mai emersa una prova diretta di coordinamento tra il team di Trump e il governo russo.
4. Dinamiche tra intelligence
Nonostante la rivalità, esistono canali di comunicazione tra le intelligence di Stati nemici per gestire crisi o evitare escalation. Tuttavia, nel caso delle elezioni 2016, l'azione russa è stata unilaterale e ostile, senza prove di collaborazione con le agenzie USA. Anzi, l'FBI ha indagato sui legami tra alcuni collaboratori di Trump (come Paul Manafort) e la Russia, ma senza stabilire un "complotto" organizzato 913.
5. Pattern continuato
L'intelligence statunitense ha segnalato che la Russia ha ripetuto tentativi di influenzare elezioni successive (2020, 2024), sempre a favore di candidati repubblicani percepiti come meno ostili a Mosca 312. Ciò suggerisce una strategia sistematica, non una cooperazione bilaterale.
ConclusioneMentre non ci sono prove di un "governo ombra" o di una regia congiunta USA-Russia, è accertato che Mosca abbia agito per favorire Trump, sfruttando vulnerabilità del sistema democratico statunitense. La mancata condanna pubblica di Trump e i suoi legami ambigui con Putin hanno ulteriormente alimentato dubbi, ma il ruolo delle intelligence statunitensi è stato più di contrasto che di complicità 149.
Per approfondire:
1. Interferenza russa documentataI servizi segreti statunitensi (CIA, FBI, NSA) hanno concluso con "alto grado di confidenza" che il presidente russo Vladimir Putin ordinò una campagna di interferenza per influenzare le elezioni del 2016, con l'obiettivo di danneggiare Hillary Clinton e favorire Trump. Le tattiche includevano:
- Cyberattacchi al Partito Democratico e a figure chiave come John Podesta, con successiva diffusione di email tramite WikiLeaks e pseudonimi come "Guccifer 2.0" (identificato come copertura del GRU, l'intelligence militare russa) 4914.
- Propaganda e fake news diffuse sui social media per polarizzare l'elettorato e screditare Clinton 49.
2. Preferenza dichiarata della Russia per Trump
I rapporti dell'intelligence statunitense evidenziano che Putin vedeva Trump come un candidato più favorevole agli interessi russi, soprattutto per le sue posizioni su Crimea, Ucraina e sanzioni. Trump, ad esempio, aveva espresso apertura a collaborare con Mosca contro l'ISIS e a rivedere le sanzioni 2413.
3. Reazioni contrastanti di Trump
Durante la presidenza, Trump ha spesso sminuito le conclusioni dell'intelligence statunitense, arrivando a dichiarare pubblicamente di fidarsi più delle smentite di Putin che dei propri servizi segreti, come avvenuto al summit di Helsinki nel 2018 1. Questa posizione ha alimentato sospetti di una connivenza informale, anche se non è mai emersa una prova diretta di coordinamento tra il team di Trump e il governo russo.
4. Dinamiche tra intelligence
Nonostante la rivalità, esistono canali di comunicazione tra le intelligence di Stati nemici per gestire crisi o evitare escalation. Tuttavia, nel caso delle elezioni 2016, l'azione russa è stata unilaterale e ostile, senza prove di collaborazione con le agenzie USA. Anzi, l'FBI ha indagato sui legami tra alcuni collaboratori di Trump (come Paul Manafort) e la Russia, ma senza stabilire un "complotto" organizzato 913.
5. Pattern continuato
L'intelligence statunitense ha segnalato che la Russia ha ripetuto tentativi di influenzare elezioni successive (2020, 2024), sempre a favore di candidati repubblicani percepiti come meno ostili a Mosca 312. Ciò suggerisce una strategia sistematica, non una cooperazione bilaterale.
ConclusioneMentre non ci sono prove di un "governo ombra" o di una regia congiunta USA-Russia, è accertato che Mosca abbia agito per favorire Trump, sfruttando vulnerabilità del sistema democratico statunitense. La mancata condanna pubblica di Trump e i suoi legami ambigui con Putin hanno ulteriormente alimentato dubbi, ma il ruolo delle intelligence statunitensi è stato più di contrasto che di complicità 149.
Per approfondire:
- Il rapporto desegretato del 2017 sull'interferenza russa 4.
- Le indagini del Mueller Report sui legami tra Trump e Russia 14.
Concetto di Deep Intelligence:
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