Time/date Group: la verità nello spazio e nel tempo
In campo militare, un "evento" nello spazio temporale viene identificato con una sequenza alfanumerica ben definita.
Il gruppo data orario (time/date group), identifica in ambito NATO la data di spedizione di un messaggio o l'avvenimento di un evento.
Così anche una verità è tale in quel preciso punto temporale identificabile nel "gruppo, data, ora" in cui si è svolto il fatto, fisico o informatico che sia. Da quel momento tutto potrà assumere una valenza completamente diversa. La libera interpretazione umana e la ricontestualizzazione dell'evento stesso in una molteplicità di scenari diversi, faranno si che una verità si trasformi in qualcosa di diverso seppur ne conservi alcuni tratti realistici. Leggi di più
Il gruppo data orario (time/date group), identifica in ambito NATO la data di spedizione di un messaggio o l'avvenimento di un evento.
Così anche una verità è tale in quel preciso punto temporale identificabile nel "gruppo, data, ora" in cui si è svolto il fatto, fisico o informatico che sia. Da quel momento tutto potrà assumere una valenza completamente diversa. La libera interpretazione umana e la ricontestualizzazione dell'evento stesso in una molteplicità di scenari diversi, faranno si che una verità si trasformi in qualcosa di diverso seppur ne conservi alcuni tratti realistici. Leggi di più
Perchè potrebbe essere una fake news?
Maria Rita Parsi: Membro del Comitato di Controllo dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria, Membro del "Comitato di applicazione del Codice di Autoregolamentazione TV e minori" del Ministero delle Comunicazioni, dal 2003 al 2006 Commissario della "sezione OLAF" della SIAE dal 1997 al 2001 Consulente della Commissione Parlamentare per l'Infanzia dal 2002 a oggi.
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"Molte informazioni che noi vediamo in Internet sono pezzi sfavorevoli di un'informazione più completa favorevole, oppure, sono pezzi favorevoli di un'informazione più competa sfavorevole". Già nel 2013 mi approcciai con questo concetto di base rispondendo a una domanda di Maria Rita Parsi "cos'è Internet".
Apri il contenuto in una scheda esterna Cos'è una fake newsLe fake news sono sempre esistite. In sostanza sono informazioni false, che oggi però vengono enfatizzate dai moderni sistemi di comunicazione.
Primi tra tutti l'avvento di Internet, che ha permesso il fenomeno a diffondersi in una platea sempre più ampia. Poi attraverso i Social Network dove chiunque può sia crearle che ripubblicarle. Viene da se immaginare la portata di questo contesto dove tutti possono interpretare una grandissima quantità di informazione secondo la loro opinione. Le opinioni non sono informazioniInnanzitutto è bene comprendere che un'opinione non è un'informazione.
Le opinioni sono dati soggettivi che si basano sulla percezione emotiva di una fatto. Le informazioni sono viceversa dati oggettivi che si basano sulla verifica dei fatti reali. |
Segui sempre la pista degli interessi nascosti
Ci dobbiamo sempre porre la domanda:
chi potrebbe beneficiarne sulla diffusione di una determinata informazione?
Possono esserci degli interessi nascosti?
chi potrebbe beneficiarne sulla diffusione di una determinata informazione?
Possono esserci degli interessi nascosti?
E' bene considerare che fare informazione ha un costo soprattutto quando viene prodotta professionalmente.
Partendo dal fatto che la vera informazione non parte mai da un'opinione, ma da un'attenta analisi del contesto in cui vive, e dalle prove inconfutabili che ne attestino la veridicità.
Un giornalista esperto sa quanto sia importante dialogare fisicamente con i luoghi chiave del fatto di cronaca.
Viceversa un giornalista inesperto confezionerà la notizia sulla base di sensazioni, opinioni, prove non verificabili.
Il "main stream" è l'unico sistema informativo che può supportare realmente i costi del giornalismo investigativo globale, tuttavia sono molte le testate indipendenti che tentano, anche in buona fede, la strada più facile.
In ogni caso il sistema dell'informazione genera un profitto talmente evidente che il numero delle testate indipendenti è cresciuto esponenzialmente soprattutto negli ultimi quattro anni grazie ad eventi di portata internazionale come la SARS-CoV e il conflitto tra Russia e Ucraina.
Partendo dal fatto che la vera informazione non parte mai da un'opinione, ma da un'attenta analisi del contesto in cui vive, e dalle prove inconfutabili che ne attestino la veridicità.
Un giornalista esperto sa quanto sia importante dialogare fisicamente con i luoghi chiave del fatto di cronaca.
Viceversa un giornalista inesperto confezionerà la notizia sulla base di sensazioni, opinioni, prove non verificabili.
Il "main stream" è l'unico sistema informativo che può supportare realmente i costi del giornalismo investigativo globale, tuttavia sono molte le testate indipendenti che tentano, anche in buona fede, la strada più facile.
In ogni caso il sistema dell'informazione genera un profitto talmente evidente che il numero delle testate indipendenti è cresciuto esponenzialmente soprattutto negli ultimi quattro anni grazie ad eventi di portata internazionale come la SARS-CoV e il conflitto tra Russia e Ucraina.
I luoghi comuni
Uno dei terreni più sfruttati dalla disinformazione sono i cosiddetti "luoghi comuni".
Non sono luoghi scientifici ma credenze popolari che prendono vita nel "sospetto plausibile" su scenari di portata globale dove viene a radicarsi l'idea di un'ordine superiore che minaccia l'esistenza stessa della specie.
Queste teorie prendono forma da porzioni di evidenza facilmente decontestualizzabili, frasi o frammenti di discussione male interpretati, ma anche fatti concreti che nel corso degli eventi si sono dimostrati fallimentari.
Su queste porzioni di dati si formano le correnti di pensiero alternativo, che si espandono a macchia d'olio perchè in se rappresentano un pericolo imminente da cui difendersi. "Lo sterminio della popolazione per contenerne la crescita" o "Il potere occulto che vuole schiavizzare il Mondo". Argomentazioni già di per se contrastanti che mettono in evidenza la diversità stessa delle comprensioni soggettive in un mondo difficilmente classificabile in un'unica macro teoria.
Non sono luoghi scientifici ma credenze popolari che prendono vita nel "sospetto plausibile" su scenari di portata globale dove viene a radicarsi l'idea di un'ordine superiore che minaccia l'esistenza stessa della specie.
Queste teorie prendono forma da porzioni di evidenza facilmente decontestualizzabili, frasi o frammenti di discussione male interpretati, ma anche fatti concreti che nel corso degli eventi si sono dimostrati fallimentari.
Su queste porzioni di dati si formano le correnti di pensiero alternativo, che si espandono a macchia d'olio perchè in se rappresentano un pericolo imminente da cui difendersi. "Lo sterminio della popolazione per contenerne la crescita" o "Il potere occulto che vuole schiavizzare il Mondo". Argomentazioni già di per se contrastanti che mettono in evidenza la diversità stessa delle comprensioni soggettive in un mondo difficilmente classificabile in un'unica macro teoria.
La decontestualizzazione o il "fuori contesto"
La decontestualizzazione o il cosiddetto "fuori contesto", rappresentano in se un'altra caratteristica fondamentale della disinformazione.
In sostanza la notizia sembrerebbe essere vera, ma è riproposta in un contesto differente, sia in termini geografici che temporali, culturali che politici. Ad esempio l'informazione, reale, di una manifestazione per la pace che però si riferisce ad un periodo storico differente. La contestazione di piazza per un determinato evento riproposto in una circostanza del tutto diversa. O una fotografia di un'evento marginale, riproposto come una tendenza di massa. Recentemente circolano nel Web immagini di automobili elettriche che hanno preso fuoco al fine di screditarne un'intero comparto, quando si sa che anche le auto a combustibile gassoso, come GPL o Metano, come pure quelle a benzina o diesel, si sono ripetutamente incendiate nel corso della storia. Si trattano di eventi di una certa marginalità statistica ma che vengono riconfezionati come eventi di grande rilevanza sociale. Ma gli esempi potrebbero davvero appartenere ad una lista quasi interminabile, quello che è importante invece e comprenderne la finalità disinformativa che le accumuna allo scopo unico di sensibilizzarne le masse. Occorre sempre tener conto della pista degli interessi nascosti come spiegato più sopra. |
Chi controlla chi
La scienza della disinformazione:
ecco come vengono smascherate le fake news secondo il modello di Grimes
Con l'avvento prima di internet, e conseguentemente dei social network, il pericolo di scontrarsi con il fenomeno della disinformazione è diventato sempre più frequente, diventando un vero protagonista del nostro secolo. In bilico tra presunta verità e palese falsità, le fake news sono diventate veri e propri strumenti politici e di mercato. Si promuove contestualmente la comprensione delle attività informatiche collegate a Internet, l'ottimizzazione delle strategie di navigazione e ricerca dei contenuti, il discernimento delle informazioni attendibili da quelle palesemente false. David Grimes, fisico della Oxford University, ha formulato una formula matematica che permette di individuare con un minimo margine d'errore le dinamiche della disinformazione in rapporto al numero di persone coinvolte. Grimes evidenzia come un più alto numero di persone coinvolte in un ipotetico complotto, determini la potenziale non veridicità dei fatti. A sfatare quindi la disinformazione sarebbe quindi la statistica che vede diminuire le possibilità che una notizia rimanga segreta quanto maggiore è il numero di persone coinvolte. Questo ragionamento non nasce a caso ma da una attenta indagine sull'evoluzione temporale delle teorie complottiste del passato come ad esempio lo sbarco sulla Luna, che se fosse veramente un falso sarebbe stato smascherato in tre anni e otto mesi, l'inganno sui vaccini in tre anni e due mesi, e la macchinazione sul cambiamento climatico in tre anni e nove mesi. Sempre secondo il modello di Grimes per mantenere segreto un complotto per almeno cinque anni, i cospiratori dovrebbero essere meno di 2521, mentre per 100 anni dovrebbero essere meno di 125. E a determinare questo comportamento delle informazioni non potrebbe essere che il fattore umano, l'anello debole di qualsiasi catena sociale: in un ipotesi di complotto di grande portata sarebbe matematicamente impossibile che in un ragionevole arco temporale non ci fosse una benché minima fuga di notizie da almeno una delle persone coinvolte: una talpa, un dissidente o per una semplice leggerezza informatica nella protezione dei dati. Un esempio lampante è il caso Snowden riguardo alle teorie complottiste che indicavano come la NSA (National Security Agency) potesse nascondere un capillare sistema di sorveglianza di massa. Un modello per smascherare le fake news che David Grimes l'ha rivelato già a partire dal 2016 con un'intervista rilasciata al Telegraph (https://www.telegraph.co.uk/science/2016/03/12/faked-moon-landing-would-have-been-exposed-within-four-years-sci/). Un fenomeno che è sempre esistito ma che con l'avvento dei social media si è acutizzato coinvolgendo le più disparate argomentazioni del nostro tempo creando una vera e propria opportunità a favore di quella che oggi viene identificata come Cyber Warfare (guerra cibernetica), una nuova e potente arma tattica a disposizione degli stati che mirano a destabilizzare la comprensione degli eventi all'interno delle società dei paesi nemici.
Come riconoscere una fake news
Esistono vari livelli dove un'informazione falsa viene a identificarsi.
Più il livello cresce, nella mia scala di valori, più la disinformazione risulta essere indistinguibile dall'informazione.
Più il livello cresce, nella mia scala di valori, più la disinformazione risulta essere indistinguibile dall'informazione.
Livello 1
- Immagini e testi si trovano all'interno di un unico modulo grafico.
- I testi sono scritti in maiuscolo, contengono numerosi errori ortografici o di trascrizione linguistica.
- I dati sono espressi in percentuali. Possono trarre in inganno.
- I titoli hanno toni perentori finalizzati all'effetto shock.
- Non è citata la fonte oppure un nome strano o sconosciuto.
- Presenza pubblicitaria sopra il limite consentito.
- Target di riferimento basso esclusivamente nell'ambito dei Social Network.
Livello 2
- Le immagini sono vecchie e non appartengono a quel preciso fatto di cronaca. Ci sono strumenti come la "ricerca per immagini di Google" (https://lens.google/intl/it/) che verifica immediatamente se l'immagine è già presente nel Web e in quali contesti (immagine decontestualizzata).
- I testi contengono porzioni di informazione verificata ed attendibile atti a reputare una falsa informazione.
- I dati sono espressi in percentuali. Possono trarre in inganno. Spesso i siti che riportano notizie false hanno indirizzi URL o domini simili a quelli dei siti istituzionali.
- I titoli hanno toni perentori finalizzati all'effetto shock.
- La fonte non è stata sottoposta alla "peer review", e cioè al giudizio critico “dei pari”, altri ricercatori e ricercatrici. Esistono riviste (definibili “predatory journals”) che si ispirano al nome di riviste autorevoli per trarre in inganno. Queste riviste hanno un bassissimo livello di attendibilità.
- Fai attenzione agli interessi dell'autore e alla fonte che viene citata: ad esempio se vengono citati prodotti commerciali o se ci sono sponsorizzazioni.
- Target di riferimento misto, soprattutto nell'ambito dei Social Network.
Livello 3
- Le immagini sono vecchie e non appartengono a quel preciso fatto di cronaca. Ci sono strumenti come la "ricerca per immagini di Google" (https://lens.google/intl/it/) che verifica immediatamente se l'immagine è già presente nel Web e in quali contesti (immagine decontestualizzata).
- I testi contengono porzioni di informazione verificata ed attendibile atti a reputare una falsa informazione.
- I titoli hanno toni perentori finalizzati all'effetto shock.
- La fonte non è stata sottoposta alla "peer review", e cioè al giudizio critico “dei pari”, altri ricercatori e ricercatrici. Esistono riviste (definibili “ predatory journals”) che si ispirano al nome di riviste autorevoli per trarre in inganno. Queste riviste hanno un bassissimo livello di attendibilità. Queste fonti mettono in rilievo aspetti che esaltano i risultati di uno studio, omettendo però di citare i limiti dell'incertezza, generando quindi un’informazione fuorviante, anche se parte da uno studio autorevole. In rete è possibile trovare banche dati elettroniche, che mettono a disposizione il testo originale in inglese degli studi scientifici originari.
- Target di riferimento medio alto.
Cliccando questo pulsante passi direttamente nella pagina della Polizia di Stato dedicata alla Fake News
Quattro dei principali macro argomenti della nostra contemporaneità sono diventati il terreno più contaminato dalla disinformazione.
1. Bill Gates | eugenetica
|
2. Transizione ecologica | EV |
3. Guerra in Europa |
4. Coronavirus |