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Tracking Planet è una piattaforma di nostra propietà, un'aggregatore di strumenti diagnostici operanti in tempo reale che permettono di tracciare informazioni temporali, spaziali e quantitative di quante più cose esistano nel nostro Pianeta. Uno strumento essenziale per il monitoraggio dell'ambiente, dell'inquinamento e del riscaldamento globale.
STOP OIL
CHANGE YOUR VISION
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Il Sole
L'attività solare è una variabile che non possiamo certamente controllare.
Ma questo non deve essere il pretesto per non accettarne l'incidenza antropomorfa.
A partire dal nostro stesso stile di vita occidentale, che genera di per se una fetta non del tutto marginale della Co2 globale del nostro tempo.
Fosse anche per un solo punto percentuale, non trascurabile dal momento che non ci possiamo permettere di andare oltre questi limiti.
L'attività solare è una variabile che non possiamo certamente controllare.
Ma questo non deve essere il pretesto per non accettarne l'incidenza antropomorfa.
A partire dal nostro stesso stile di vita occidentale, che genera di per se una fetta non del tutto marginale della Co2 globale del nostro tempo.
Fosse anche per un solo punto percentuale, non trascurabile dal momento che non ci possiamo permettere di andare oltre questi limiti.
Le automobili
Emettono troppi agenti nocivi per la salute umana, questo è più che risaputo. Basta vedere le città dove l'aria è quasi irrespirabile e le piogge hanno un PH talmente acido da compromettere l'equilibrio vitale delle nostre cellule.
Quindi dobbiamo rendere l'aria che respiriamo più ecocompatibile con la nostra natura umana, a prescindere dalla transazione ecologica e con assoluta urgenza.
La maggior parte degli abitanti della Terra vive in grandi agglomerati urbani saturi di sostanze tossiche, gran parte delle quali generate sicuramente dal motore a combustione.
Nelle grandi metropoli non si riesce a guidare con i finestrini aperti, e questa ne è la prova.
Ma tutto ciò sembra essere accettato mentre le persone continuano ad ammalarsi come in una diabolica roulette russa.
E ritorniamo al Sole, perché sento che a quello state pensando. Il perfetto capo espiatorio delle nostre colpe.
Ma a generare il riscaldamento globale non è solamente l'attività solare, (anche perchè il Sole è molto distante dal nostro pianeta), ma in modo più incisivo quello che viene definito l'effetto serra, quella sottile pellicola atmosferica che trattiene l'irraggiamento solare in superficie come il domopack sui nostri alimenti.
E questo fenomeno climatico è generato soprattutto dalla Co2: vulcanica, vegetale, animale, umana, industriale e quella dei trasporti, a loro volta aerei, navali, e automobilistici.
Quindi dobbiamo rendere l'aria che respiriamo più ecocompatibile con la nostra natura umana, a prescindere dalla transazione ecologica e con assoluta urgenza.
La maggior parte degli abitanti della Terra vive in grandi agglomerati urbani saturi di sostanze tossiche, gran parte delle quali generate sicuramente dal motore a combustione.
Nelle grandi metropoli non si riesce a guidare con i finestrini aperti, e questa ne è la prova.
Ma tutto ciò sembra essere accettato mentre le persone continuano ad ammalarsi come in una diabolica roulette russa.
E ritorniamo al Sole, perché sento che a quello state pensando. Il perfetto capo espiatorio delle nostre colpe.
Ma a generare il riscaldamento globale non è solamente l'attività solare, (anche perchè il Sole è molto distante dal nostro pianeta), ma in modo più incisivo quello che viene definito l'effetto serra, quella sottile pellicola atmosferica che trattiene l'irraggiamento solare in superficie come il domopack sui nostri alimenti.
E questo fenomeno climatico è generato soprattutto dalla Co2: vulcanica, vegetale, animale, umana, industriale e quella dei trasporti, a loro volta aerei, navali, e automobilistici.
Report EY Mobility Consumer Index 2023
Sintesi visiva semplificata
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La salute umana
Sono le città che stanno soffocando, non le periferie. entro il 2030 il 70% della popolazione mondiale sarà urbanizzata. Si rende necessario decentrare fuori dai centri urbanizzati la produzione di energia preservando il cittadino da malattie gravi.
Obiettivi
Cosa vogliamo ridurre o ottimizzare?
Vulcani, piante, animali, uomini, industrie, aerei, navi o automobili?
Qualcosa dobbiamo pur scegliere, a questo punto si lavora con i soli punti percentuale perché l'acqua ci arriva quasi al naso.
I primi quattro non sono assolutamente negoziabili, e fin qui saremo tutti d'accordo, le industrie non si toccano perché generano lavoro e benessere economico, aerei e navi sono necessari allo spostamento del nostro stesso consumismo sfrenato, e nemmeno quello guai a toccarlo.
Restano le auto che però servono per raggiungere quotidianamente le industrie.
Ma le auto, essendo tante, e per quella politica economica su cui si fondano gli stati (il popolo è l'organismo che meglio si presta alla Polis, e quindi al bene comune), ecco che potrebbero rappresentare il punto di partenza più percorribile per un cambiamento radicale del nostro modello di vita, oltre che sul piano della mobilità.
Vulcani, piante, animali, uomini, industrie, aerei, navi o automobili?
Qualcosa dobbiamo pur scegliere, a questo punto si lavora con i soli punti percentuale perché l'acqua ci arriva quasi al naso.
I primi quattro non sono assolutamente negoziabili, e fin qui saremo tutti d'accordo, le industrie non si toccano perché generano lavoro e benessere economico, aerei e navi sono necessari allo spostamento del nostro stesso consumismo sfrenato, e nemmeno quello guai a toccarlo.
Restano le auto che però servono per raggiungere quotidianamente le industrie.
Ma le auto, essendo tante, e per quella politica economica su cui si fondano gli stati (il popolo è l'organismo che meglio si presta alla Polis, e quindi al bene comune), ecco che potrebbero rappresentare il punto di partenza più percorribile per un cambiamento radicale del nostro modello di vita, oltre che sul piano della mobilità.
2035 non è oggi
Se fosse stata un'imposizione la data sarebbe quella attuale.
Invece è una transizione socialmente accettabile da farci stare dentro l'abbattimento del prezzo di un veicolo elettrico, la ricerca per un'autonomia di utilizzo soddisfacente (c'è già chi parla di un prototipo da 1400 km), è, contestualmente, l'ampliamento e la capillare diffusione delle reti di ricarica.
Al ritmo dell'attuale accelerazione tecnologica ci si potrebbe stare dentro in decina d'anni, non di più.
Quindi il piano c'è, e si chiama appunto transizione elettrica, che a sua volta fa parte della più generica e ampia transizione ecologica globale.
E, come avvenuto un secolo fa, saranno gli automobilisti europei più abbienti a fare da apripista verso un futuro dove le auto elettriche raggiungeranno il loro prezzo d'acquisto ottimale per diffondersi democraticamente in tutto il pianeta.
È successa la stessa identica cosa con la transizione petrolifera nell'era industriale.
Invece è una transizione socialmente accettabile da farci stare dentro l'abbattimento del prezzo di un veicolo elettrico, la ricerca per un'autonomia di utilizzo soddisfacente (c'è già chi parla di un prototipo da 1400 km), è, contestualmente, l'ampliamento e la capillare diffusione delle reti di ricarica.
Al ritmo dell'attuale accelerazione tecnologica ci si potrebbe stare dentro in decina d'anni, non di più.
Quindi il piano c'è, e si chiama appunto transizione elettrica, che a sua volta fa parte della più generica e ampia transizione ecologica globale.
E, come avvenuto un secolo fa, saranno gli automobilisti europei più abbienti a fare da apripista verso un futuro dove le auto elettriche raggiungeranno il loro prezzo d'acquisto ottimale per diffondersi democraticamente in tutto il pianeta.
È successa la stessa identica cosa con la transizione petrolifera nell'era industriale.
Idee
- Produrre energia "all'ingrosso" non è come produrla in proprio (es. Motore termico). La produzione energetica dev'essere decentrata dai centri abitati dove è già concentrato il 50% della popolazione mondiale.
- Si potrebbe produrre energia elettrica nei deserti e conseguentemente veicolarla nei centri abitati. Oppure ai poli, raffreddando di conseguenza la superficie mentre si genera energia contrastando oltremodo il melting glacers. Si è già sperimentato di installare vere e proprie "arterie fotovoltaiche" nello spartitraffico di separazione delle autostrade.
IN PILLOLE:
Emissioni Zero entro il 2035
Per emissioni Zero si intende la riduzione del 100% del parco auto e furgoni che emettono Co2 , quindi tutti i veicoli leggeri con motore a combustione, alimentate a benzina e diesel.
https://climateclock.world/
https://climateclock.world/
Neutralità climatica entro il 2050
L'obiettivo sostanziale è quello di stabilizzare a 1,5° l'aumento della temperatura media globale nel lungo periodo in termini di emissioni di anidride carbonica (CO2).
https://climateclock.world/
https://climateclock.world/
DUBBI E LUOGHI COMUNI:
Il costo della batteria
I costi di esercizio e manutenzione di un'auto elettrica sono davvero ridotti rispetto ad un'automobile con motore endotermico e vanno a compensare il costo di un eventuale costo della remota sostituzione della batteria. Normalmente c'è da considerare che pochi, al giorno d'oggi, portano a fine carriera la propria auto, anche grazie al concetto di non proprietà del bene acquisito, ad esempio attraverso il noleggio a lungo termine che oltretutto vede il nostro paese ai vertici europei.
Durata della batteria
Al momento si stimano dai 1'000 ai 1'500 cicli di ricarica. Considerando un'autonomia di 300 chilometri per ogni ricarica, si ottiene una durata da 300.000 a 450.000 chilometri. C'è da considerare anche il fatto che l'industria sta evolvendo in modo significativo rispetto al passato grazie all'utilizzo di tecnologie sempre più efficienti.
Il punto di convenienza
Il punto di convenienza temporale sull'auto elettrica continua a ridursi sempre più in relazione alla sempre maggiore industrializzazioni di tutte le componenti che la compongono a partire principalmente da batterie sempre più performanti.
La sicurezza delle batterie
AutoInsuranceEZ, portale che mette a confronto le diverse compagnie assicurative statunitensi, ha reso noto che il numero di auto elettriche incendiate sono stato molto meno di quelle a motore endotermico. Non solo nelle statistiche assolute, ma anche in quelle a percentuali.
Dati riscontrabili anche dalle campagne di richiamo avviate dal governo statunitense, (vedi il sito Recalls.gov), e tramite il National Transportation Safety Board, del Bureau of Transportation Statistics.
Dati riscontrabili anche dalle campagne di richiamo avviate dal governo statunitense, (vedi il sito Recalls.gov), e tramite il National Transportation Safety Board, del Bureau of Transportation Statistics.
L'aspetto ambientale
Ovviamente può considerarsi un vero mezzo ecologico per quanto riguarda innanzitutto l'inquinamento delle città in cui si muove.
E, secondo accurati studi, la mobilità elettrica è più efficiente anche sul concetto stesso di impatto ambientale, essendo l'emissione della Co2 iniziale nel momento dalle produzione, viene largamente assorbita nell'intero ciclo di vita del veicolo.
E' stato provato all'unanimità delle principali ricerche scientifiche, che un veicolo elettrico è molto più ecologico di un veicolo endotermico.
E, secondo accurati studi, la mobilità elettrica è più efficiente anche sul concetto stesso di impatto ambientale, essendo l'emissione della Co2 iniziale nel momento dalle produzione, viene largamente assorbita nell'intero ciclo di vita del veicolo.
E' stato provato all'unanimità delle principali ricerche scientifiche, che un veicolo elettrico è molto più ecologico di un veicolo endotermico.
Il futuro delle EV
In futuro, grazie alla progressiva transizione verso l'elettrico, si creeranno i presupposti finanziari per adattare adeguatamente tutte le infrastrutture di ricarica e smaltimento delle batterie.
Pensiamo ad esempio alla nascita del motore termico.
Non è stato facile nemmeno per questa tecnologia raggiungere gli attuali "equilibri" che tuttavia sono incompatibili con l'aspetto ambientale soprattutto nei centri urbani dove oltre la metà della popolazione mondiale si è concentrata, con una previsione di crescita al 70% entro il 2030.
Questi sono dati significativi per il quale dobbiamo essere determinati al raggiungimento degli obiettivi prefissati dal Green Deal senza cercare alcun compromesso ideologico.
Pensiamo ad esempio alla nascita del motore termico.
Non è stato facile nemmeno per questa tecnologia raggiungere gli attuali "equilibri" che tuttavia sono incompatibili con l'aspetto ambientale soprattutto nei centri urbani dove oltre la metà della popolazione mondiale si è concentrata, con una previsione di crescita al 70% entro il 2030.
Questi sono dati significativi per il quale dobbiamo essere determinati al raggiungimento degli obiettivi prefissati dal Green Deal senza cercare alcun compromesso ideologico.
APPROFONDIMENTI:
Il futuro non è creato dalla paura di fallire, ma dal coraggio di tentare.
Capisco le varie incertezze e perplessità che una qualsiasi nuova scoperta provochi nel collettivo. Tuttavia occorre ricordare che la medesima situazione si è anche presentata con la transizione dalla trazione animale a quella termica, esattamente un secolo fa, quando possedere un'automobile era riservato solo alle classi più agiate.
Ma se l'avessimo ostacolata, come oggi stiamo facendo con la correlativa transazione elettrica, saremo tutti in giro con il calesse.
Ed è sempre stato così.
Prima di rodare nuove invenzioni occorrono innumerevoli sacrifici collettivi e sociali.
Ma se non iniziamo resteremo per sempre al palo dell'obsescenza.
Inoltre mi sembra naturale che la combustione di materiale fossile non sia più gestibile. Semplicemente per il fatto che le città si stanno avvelenando con le proprie stesse mani. E non è affatto vero che produrre energia elettrica nelle centrali da materiali combustibili risulterebbe essere più inquinante della corrispettiva combustione privata, quella che avviene oggigiorno collettivamente nelle nostre auto termiche.
Per una semplice ragione che produrre "all'ingrosso" lo stesso equivalente energetico in aree di produzione, - oltremodo periferiche quindi a distanza dal fattore umano -, è sempre più efficiente che farlo in proprio moltiplicato per X automobilisti privati.
Inoltre ci sarebbe comunque da considerare che al cresere del parco auto elettrico, si creerebbero le nuove condizioni finanziarie per poter adattare le centrali di produzione energetica alle nuove fonti di approvvigionamento. Penso all'eolico, al fotovoltaico magari sviluppato nelle aree più desertiche del pianeta o addirittura ai poli.
Se non iniziamo ora non potremo mai raggiungere un futuro più eco sostenibile in un contesto dove la produzione di automobili cresce proporzionalmente all'incremento di benessere dei paesi in via di sviluppo.
Entro il 2050 la popolazione mondiale raggiungerà quota 9 miliardi, ma la cosa che influirà negativamente, anche sul clima, saranno quei 2/3 miliardi di persone che entreranno di fatto nei mercati tecnologici globali, automotive incluso.
DIESEL:
La combustione diesel è ormai in declino da almeno un decennio se non più, tenuta in vita solamente da una quantità sconcertante di adattamenti ed applicazioni elettroniche che ne tamponano l'effettiva anzianità di progetto. Si tratta di una sorta di "ACCANIMENTO ADATTATIVO" su una tecnologia ormai in coma.
Quindi lasciamo stare le varie vicissitudini di percorso, felici e meno felici, e guardiamo su una prospettiva più a lungo termine, ad esempio entro il 2050, passando per quel fatidico spartiacque del 2035 che tanto additato (sono comunque 12 anni, le nostre attuali autovetture termiche saranno già da cambiare comunque).
Il progresso è innarestabile viviamo nell'era dell'iper accelerazione tecnologica e scientifica. L'aereo è già verso la fine della pista di decollo e se dovesse essere fermato bruscamente finirebbe per schiantarsi oltre la pista stessa.
E NOI, QUALE CONTRIBUTO POTREMO MAI DARE A TUTTO CIO'?
A questo punto ognuno di noi può ritenersi libero di informarsi quando è dove vuole (esistono milioni di fonti su cui farlo), per esprimere di conseguenza il resoconto delle proprie acquisizioni culturali, ma non sarà certo ascoltato nell'area di un MacroTrend di questa portata, poiché il potere che oggi hanno i popoli, anche quelli più "democraticamente occidentalizzati", è veramente marginale se non inesistente.
A governarci, sappiamolo bene, non è tanto un'elite avida di reddito, ma lo stesso nostro legame, intimo e trascendentale, con la finanza stessa. Mi riferisco al debito pubblico, il facile accesso del finanziamento e al nuovo concetto di non proprietà, sostituita da una proprietà a breve, medio e lungo termine (e in questo noi Italiani siamo in cima alla classifica europea mentre, paradossalmente, siamo il fanalino di coda per quanto riguarda la motricità elettrica).
Alla luce di questi fatti trovo comunque giusto esporre tutti i nostri comprensibili dubbi di un futuro che ahimè, sarà veramente complicato, ma trovo viceversa ridicolo accanirsi su chi produce, investendo tra l'altro ingenti capitali in ricerca, autovetture elettriche.
"Il mercato è libero proporzionalmente alla libertà di parola di chi lo tiene in vita".
Ma se l'avessimo ostacolata, come oggi stiamo facendo con la correlativa transazione elettrica, saremo tutti in giro con il calesse.
Ed è sempre stato così.
Prima di rodare nuove invenzioni occorrono innumerevoli sacrifici collettivi e sociali.
Ma se non iniziamo resteremo per sempre al palo dell'obsescenza.
Inoltre mi sembra naturale che la combustione di materiale fossile non sia più gestibile. Semplicemente per il fatto che le città si stanno avvelenando con le proprie stesse mani. E non è affatto vero che produrre energia elettrica nelle centrali da materiali combustibili risulterebbe essere più inquinante della corrispettiva combustione privata, quella che avviene oggigiorno collettivamente nelle nostre auto termiche.
Per una semplice ragione che produrre "all'ingrosso" lo stesso equivalente energetico in aree di produzione, - oltremodo periferiche quindi a distanza dal fattore umano -, è sempre più efficiente che farlo in proprio moltiplicato per X automobilisti privati.
Inoltre ci sarebbe comunque da considerare che al cresere del parco auto elettrico, si creerebbero le nuove condizioni finanziarie per poter adattare le centrali di produzione energetica alle nuove fonti di approvvigionamento. Penso all'eolico, al fotovoltaico magari sviluppato nelle aree più desertiche del pianeta o addirittura ai poli.
Se non iniziamo ora non potremo mai raggiungere un futuro più eco sostenibile in un contesto dove la produzione di automobili cresce proporzionalmente all'incremento di benessere dei paesi in via di sviluppo.
Entro il 2050 la popolazione mondiale raggiungerà quota 9 miliardi, ma la cosa che influirà negativamente, anche sul clima, saranno quei 2/3 miliardi di persone che entreranno di fatto nei mercati tecnologici globali, automotive incluso.
DIESEL:
La combustione diesel è ormai in declino da almeno un decennio se non più, tenuta in vita solamente da una quantità sconcertante di adattamenti ed applicazioni elettroniche che ne tamponano l'effettiva anzianità di progetto. Si tratta di una sorta di "ACCANIMENTO ADATTATIVO" su una tecnologia ormai in coma.
Quindi lasciamo stare le varie vicissitudini di percorso, felici e meno felici, e guardiamo su una prospettiva più a lungo termine, ad esempio entro il 2050, passando per quel fatidico spartiacque del 2035 che tanto additato (sono comunque 12 anni, le nostre attuali autovetture termiche saranno già da cambiare comunque).
Il progresso è innarestabile viviamo nell'era dell'iper accelerazione tecnologica e scientifica. L'aereo è già verso la fine della pista di decollo e se dovesse essere fermato bruscamente finirebbe per schiantarsi oltre la pista stessa.
E NOI, QUALE CONTRIBUTO POTREMO MAI DARE A TUTTO CIO'?
A questo punto ognuno di noi può ritenersi libero di informarsi quando è dove vuole (esistono milioni di fonti su cui farlo), per esprimere di conseguenza il resoconto delle proprie acquisizioni culturali, ma non sarà certo ascoltato nell'area di un MacroTrend di questa portata, poiché il potere che oggi hanno i popoli, anche quelli più "democraticamente occidentalizzati", è veramente marginale se non inesistente.
A governarci, sappiamolo bene, non è tanto un'elite avida di reddito, ma lo stesso nostro legame, intimo e trascendentale, con la finanza stessa. Mi riferisco al debito pubblico, il facile accesso del finanziamento e al nuovo concetto di non proprietà, sostituita da una proprietà a breve, medio e lungo termine (e in questo noi Italiani siamo in cima alla classifica europea mentre, paradossalmente, siamo il fanalino di coda per quanto riguarda la motricità elettrica).
Alla luce di questi fatti trovo comunque giusto esporre tutti i nostri comprensibili dubbi di un futuro che ahimè, sarà veramente complicato, ma trovo viceversa ridicolo accanirsi su chi produce, investendo tra l'altro ingenti capitali in ricerca, autovetture elettriche.
"Il mercato è libero proporzionalmente alla libertà di parola di chi lo tiene in vita".
La prevedibilità dei cambiamenti: i Macro Trend
E la transizione elettrica (o più ampliamente definibile ecologica) prosegue secondo gli schemi di sviluppo a breve, medio e lungo termine e non si cura più di tanto di chi non è d'accordo con i suoi piani, generalmente è il progresso che non ha nessun obbligo di farsi piacere agli uomini del presente.
Oggi, a differenza di ieri, le previsioni si avvalgono di tecnologie informatiche molto avanzate e dei cosiddetti Macro Trend:
quei fenomeni socioculturali di portata generale, che possono durare per decenni e che coinvolgono trasversalmente ambiti di mercato molto diversi.
Prima di mettere nel mercato qualsiasi prodotto, viene individuato dapprima il relativo mercato di riferimento, e se non ci dovesse essere viene pure creato dal nulla.
Successivamente vengono fatte ricerche di mercato molto accurate, si sviluppano indagini ad ampio raggio, test, e prove di ogni genere sui prototipi.
Ci lavorano uomini scrupolosi, esperti in marketing, design, ingegneria, statistica, economia.
Questo comporta notevoli investimenti per le aziende mentre i loro fatturati crescono di pari passo.
Oggi, a differenza di ieri, le previsioni si avvalgono di tecnologie informatiche molto avanzate e dei cosiddetti Macro Trend:
quei fenomeni socioculturali di portata generale, che possono durare per decenni e che coinvolgono trasversalmente ambiti di mercato molto diversi.
Prima di mettere nel mercato qualsiasi prodotto, viene individuato dapprima il relativo mercato di riferimento, e se non ci dovesse essere viene pure creato dal nulla.
Successivamente vengono fatte ricerche di mercato molto accurate, si sviluppano indagini ad ampio raggio, test, e prove di ogni genere sui prototipi.
Ci lavorano uomini scrupolosi, esperti in marketing, design, ingegneria, statistica, economia.
Questo comporta notevoli investimenti per le aziende mentre i loro fatturati crescono di pari passo.
La geopolitica del petrolio secondo Warren Buffet: il "fattore Buffet"I motivi, secondo gli analisti, sono di natura geopolitica, soprattutto dominati dalle tensioni tra USA e Cina, e dai conflitti in Ucraina e Medio Oriente...
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Il cielo sopra BruxellesQualsiasi soluzione alternativa o la stessa ricerca di nuovi giacimenti, comporterà un aumento dei prezzi insostenibile, ed è quindi evidente che sia necessario un cambio nel nostro sistema di vita.
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Transizione non fa rima con imposizione
Si sta ancora confondendo priorità ecologica e lusso. E ancora non si è capito il significato di transizione, che non fa rima con imposizione.
Ricordate quando si poteva circolare a cavallo? Oggi non si può più.
E non è stata un'impostazione, ma una transizione alla fine più che accettata, da tutti.
L'#improntaecologica è dovuta in minima parte dalla mobilità privata?
Questo non deve essere il pretesto per un suicidio di massa.
Dopo le auto sarà la volta del trasporto aereo e poi ancora navale (i quali per ovvi motivi hanno tempi di trasformazione più elevati dato il loro ciclo vitale: 20 per le auto, 40 gli aerei e 60 le navi).
E poi c'è da considerare il fatto che le #emissioninocive, in particolare le #PMI, tendono a stazionare nei centri urbani, non nei cieli e neppure nei mari.
E queste fanno molto male alla nostra salute.
Non tutti vivono nei grandi centri urbani?
È il 50% della #popolazionemondiale che vi vive, ed entro il 2050 sarà oltre il 70%.
"Ma l'#Europa è un puntino nel globo"
Questo non è assolutamente vero, anche un virus è piccolo, non per questo è trascurabile per salute dell'uomo.
E poi l'Europa fa parte dell'occidente, un sistema socio economico che si reputa avanzato, quindi ha l'obbligo di ispirare il resto del mondo. E così sta già accadendo.
È vero che tutto ciò può assumere le sembianze di una macchinazione esclusivamente economica, e anche qui ci sarà indubbiamente chi ci guadagna e chi no.
Siamo umani del resto, il mondo ha sempre funzionato con le diseguaglianze.
Ma il fine è più nobile della cura.
La medicina è amara e non priva di effetti collaterali.
Dobbiamo avere pazienza perché così, come stiamo andando, non va bene.
L'era del #boomeconomico è finito da tempo anche se i nostri stili di vita continuano ad essere eccessivi.
Stiamo vivendo in un'illusione di benessere che non ci possiamo più permettere.
Perfino gli #autovelox, con tutte le loro conflittualità e contraddizioni, ci stanno indicando che tutto questo #carburante, - abbondantemente sprecato in velocità e accelerazioni senza senso -, non è più alla portata ne delle nostre tasche, ne dei nostri polmoni.
E a noi cosa interessa?
Certo che possiamo ancora scegliere cosa fare, nessuno ci sta puntando il fucile sulla fronte.
Il mercato dell'auto a combustione interna sarà accessibile per altri trent'anni nel mercato dell'usato a partire da ora, anche se sarà sempre meno conveniente dato che nel frattempo le #automobilielettriche saranno diventate estremamente accessibili.
Come pure l'autoproduzione energetica.
I #pannellifotovoltaici saranno avvolgibili e potranno sostituire le tapparelle delle nostre abitazioni. Vernici o pavimentazioni fotovoltaiche ricopriranno gran parte delle superfici architettoniche e probabilmente quelle stradali.
Anche le corsie autostradali saranno divise da lunghi sistemi a celle fotovoltaiche (già esistono).
Cosa cambierà?
Fare una guerra per il dominio energetico non avrà più senso.
Tutti saremo finalmente produttori di energia, respiraremo aria più pulita ricaricando le nostre auto in un tempo sempre minore.
Ma questa è una scelta umana più che politica (UE)
Ricordate quando si poteva circolare a cavallo? Oggi non si può più.
E non è stata un'impostazione, ma una transizione alla fine più che accettata, da tutti.
L'#improntaecologica è dovuta in minima parte dalla mobilità privata?
Questo non deve essere il pretesto per un suicidio di massa.
Dopo le auto sarà la volta del trasporto aereo e poi ancora navale (i quali per ovvi motivi hanno tempi di trasformazione più elevati dato il loro ciclo vitale: 20 per le auto, 40 gli aerei e 60 le navi).
E poi c'è da considerare il fatto che le #emissioninocive, in particolare le #PMI, tendono a stazionare nei centri urbani, non nei cieli e neppure nei mari.
E queste fanno molto male alla nostra salute.
Non tutti vivono nei grandi centri urbani?
È il 50% della #popolazionemondiale che vi vive, ed entro il 2050 sarà oltre il 70%.
"Ma l'#Europa è un puntino nel globo"
Questo non è assolutamente vero, anche un virus è piccolo, non per questo è trascurabile per salute dell'uomo.
E poi l'Europa fa parte dell'occidente, un sistema socio economico che si reputa avanzato, quindi ha l'obbligo di ispirare il resto del mondo. E così sta già accadendo.
È vero che tutto ciò può assumere le sembianze di una macchinazione esclusivamente economica, e anche qui ci sarà indubbiamente chi ci guadagna e chi no.
Siamo umani del resto, il mondo ha sempre funzionato con le diseguaglianze.
Ma il fine è più nobile della cura.
La medicina è amara e non priva di effetti collaterali.
Dobbiamo avere pazienza perché così, come stiamo andando, non va bene.
L'era del #boomeconomico è finito da tempo anche se i nostri stili di vita continuano ad essere eccessivi.
Stiamo vivendo in un'illusione di benessere che non ci possiamo più permettere.
Perfino gli #autovelox, con tutte le loro conflittualità e contraddizioni, ci stanno indicando che tutto questo #carburante, - abbondantemente sprecato in velocità e accelerazioni senza senso -, non è più alla portata ne delle nostre tasche, ne dei nostri polmoni.
E a noi cosa interessa?
Certo che possiamo ancora scegliere cosa fare, nessuno ci sta puntando il fucile sulla fronte.
Il mercato dell'auto a combustione interna sarà accessibile per altri trent'anni nel mercato dell'usato a partire da ora, anche se sarà sempre meno conveniente dato che nel frattempo le #automobilielettriche saranno diventate estremamente accessibili.
Come pure l'autoproduzione energetica.
I #pannellifotovoltaici saranno avvolgibili e potranno sostituire le tapparelle delle nostre abitazioni. Vernici o pavimentazioni fotovoltaiche ricopriranno gran parte delle superfici architettoniche e probabilmente quelle stradali.
Anche le corsie autostradali saranno divise da lunghi sistemi a celle fotovoltaiche (già esistono).
Cosa cambierà?
Fare una guerra per il dominio energetico non avrà più senso.
Tutti saremo finalmente produttori di energia, respiraremo aria più pulita ricaricando le nostre auto in un tempo sempre minore.
Ma questa è una scelta umana più che politica (UE)
CONSIGLI PER L'OTTIMIZZAZIONE ENERGETICA DELLA NOSTRA AUTOMOBILE
Hypermiling
Auto elettriche, ibride, a idrogeno, ma poco si parla dell'Hypermiling. Non si tratta di una nuova tecnologia, ma di un comportamento dinamico dello stile di guida atto a massimilizzare il rendimento energetico di qualsiasi motore indipendentemente dalla sua tecnologia. Stiamo parlando di un trenta per cento di risparmio sul caro carburante, che già di per se potrebbe mettere sullo stesso piano energetico un'autovettura a benzina su una a gasolio, e una ibrida a una elettrica. Se sul piano teorico l'Hypermiling può già destare l'attenzione della maggior parte dei lettori di questo articolo, sul piano pratico potrebbe invece convincerli a cambiare davvero il proprio stile di guida.
I vantaggi sono molteplici: economico, psicologico e ambientale. Il mio test inizia un mese prima. Quello che l'Hypermiling ci richiede è semplicemente un a nuovo approccio psicologico con il nostro stile di vita. In primis, dolcezza, lentezza, e serenità. E già di per se questo è un ottimo upgrade nella propria vita, dove i nuovi ritmi del progresso ci portano verso un'accelerazione esponenziale dell'usura psicofisica del proprio corpo. Dal punto di vista automobilistico la prova è stata oltremodo soddisfacente. Meno 30% di consumo medio. |
INQUINARE DI MENO A PRESCINDERE DALLA MOTORIZZAZIONE
Ma come si diventa Hypermilers?
Come abbiamo letto la dolcezza e la lentezza devono diventare il nuovo approccio alla gestione di tutti i comandi della propria automobile ad esclusione di quelli riservati alla sicurezza.
Ma anche una maggiore comprensione del quadro strumenti e del nostro percorso.
Il numero di giri del motore, raffigurato nel contagiri del quadro strumenti quasi sempre a sinistra, non dovrebbe mai superare i 1100 giri prima del cambio alla marcia più alta.
L'osservazione del traffico dovrebbe essere valutato in anticipo.
L'avvicinamento ad un semaforo o a una precedenza dovrebbero invece essere anticipati da un'azzerramento progressivo sia della velocità che del numero di giri del motore senza però cadere nella tentazione della guida a residuo inerziale, in quanto andrebbe a vanificare l'efficacia del freno motore.
In sostanza l'albero motore dovrebbe essere sempre tenuto collegato alla forza motrice.
Le accelerazioni e le partenza da fermo dovrebbero essere oltremodo dolci in quanto proprio in questa fasi si ha la maggior richiesta di energia, e quindi di carburante.
Se non si dispone della funzione startstop è utile spegnere il motore quando l'auto si deve fermare per più di un minuto, ad esempio al semaforo o in una coda persistente.
Nelle partenze a freddo si può partire subito a patto di agire ancora più dolcemente sul pedale dell'acceleratore.
Gli pneumatici dovrebbero essere sempre gonfiati secondo le indicazioni della casa, così come una corretta lubrificazione delle parti meccaniche.
Eliminare anche qualsiasi peso superfluo all'interno di abitacolo e del baule mentre i finestrini aperti andrebbero chiusi soprattutto alle andature più significative al fine di non penalizzarne l'areodinamica mentre, alle andature più rilassate, il finestrino aperto risulterebbe più efficiente a livello energetico del condizionatore acceso.
Infine la scelta di un pneumatico più stretto e specifico, potrebbe portare ad un'ulteriore efficienza dell'intero veicolo.
È questo insieme di comportamenti e ottimizzazioni che viene definito Hypermiling ed equivale, secondo il mio test ad un trenta per cento sul risparmio energetico, una maggiore sicurezza di guida e rispetto per l'ambiente circostante.
Ma anche una maggiore comprensione del quadro strumenti e del nostro percorso.
Il numero di giri del motore, raffigurato nel contagiri del quadro strumenti quasi sempre a sinistra, non dovrebbe mai superare i 1100 giri prima del cambio alla marcia più alta.
L'osservazione del traffico dovrebbe essere valutato in anticipo.
L'avvicinamento ad un semaforo o a una precedenza dovrebbero invece essere anticipati da un'azzerramento progressivo sia della velocità che del numero di giri del motore senza però cadere nella tentazione della guida a residuo inerziale, in quanto andrebbe a vanificare l'efficacia del freno motore.
In sostanza l'albero motore dovrebbe essere sempre tenuto collegato alla forza motrice.
Le accelerazioni e le partenza da fermo dovrebbero essere oltremodo dolci in quanto proprio in questa fasi si ha la maggior richiesta di energia, e quindi di carburante.
Se non si dispone della funzione startstop è utile spegnere il motore quando l'auto si deve fermare per più di un minuto, ad esempio al semaforo o in una coda persistente.
Nelle partenze a freddo si può partire subito a patto di agire ancora più dolcemente sul pedale dell'acceleratore.
Gli pneumatici dovrebbero essere sempre gonfiati secondo le indicazioni della casa, così come una corretta lubrificazione delle parti meccaniche.
Eliminare anche qualsiasi peso superfluo all'interno di abitacolo e del baule mentre i finestrini aperti andrebbero chiusi soprattutto alle andature più significative al fine di non penalizzarne l'areodinamica mentre, alle andature più rilassate, il finestrino aperto risulterebbe più efficiente a livello energetico del condizionatore acceso.
Infine la scelta di un pneumatico più stretto e specifico, potrebbe portare ad un'ulteriore efficienza dell'intero veicolo.
È questo insieme di comportamenti e ottimizzazioni che viene definito Hypermiling ed equivale, secondo il mio test ad un trenta per cento sul risparmio energetico, una maggiore sicurezza di guida e rispetto per l'ambiente circostante.
Stop Oil
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Ph. Craig Adderley, Peter Fazekas, Loïc Manegarium, Michael Pointner, Elena Raklionskaya, Aron Razif, Ahmed Shahwan, Mark Stebnicki, Tom Swinnen
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UNITA' DIDATTICHE:
Salute ambientale e ossigeno
Quattro dei principali macro argomenti della nostra contemporaneità sono diventati il terreno più contaminato dalla disinformazione.
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