oasi2050
Vogliamo l'immortalità ma non sappiamo vivere nel tempo.
Tipologie di "immortalità"
- Biologica, attraverso la riparazione delle cellulare tramite l'utilizzo di nanorobot.
- Robotica, tramite sostituzione progressiva di tutte le parti del corpo con parti artificiali.
- Digitale, attraverso il backup della mente in un database collegato ad una rete esterna e globale.
- Crionica.
- Relativa, rallentando o congelando il tempo circostante. Oasi2050.
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Chi la studia
L'immortalità nel nostro pianeta
L'immortalità nel nostro pianeta esiste già.
Turritopsis dohrnii Weismann, 1883 è un idrozoo della famiglia Oceaniidae. Assieme alla T. nutricula, è il solo animale attualmente conosciuto in grado di ringiovanire, ovvero di regredire completamente ad uno stato di immaturità sessuale, dopo aver raggiunto la piena maturità sessuale. Il nome è stato attribuito nel 1883 in onore del biologo tedesco Anton Dohrn, fondatore e primo direttore della Stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli. Le colonie di idrozoi sono di altezza variabile (fino a 35 mm) e con relativamente poche ramificazioni. I germogli sono grossi solo pochi millimetri e gli idranti (i singoli polipi Idrozoa) sono di un colore rosa pallido o trasparente, con 12-20 tentacoli disposti attorno alla bocca. Le giovani meduse hanno invece un manubrio di colore giallo chiaro e da 8 a 12 tentacoli. Gli individui adulti misurano fino a 2,7 mm di lunghezza per 3,2 mm di diametro; la campana ha una struttura sferica. Il manubrio si estende fino ai margini della campana, con le gonadi che assumono un colore bruno. I tentacoli sono in numero compreso fra 14 e 32 e possono presentare un rigonfiamento all'estremità. |
Chi vuole l'immortalità nel nostro pianeta
Dmitry ItskovImmaginate un miliardario russo con infinite possibilità di spesa che rincorre il sogno folle dell'immortalità e finanzia un centro ricerche segreto dopo aver mandato una lettera "inquietante" ai potenti del mondo. Ce ne sarebbe abbastanza per far impazzire Orson Welles, George Orwell e Dan Brown, per dare materiale per i prossimi venti film agli autori dei film di 007 e pure ad Isaac Asimov si accenderebbero un paio di lampadine in testa. Questo è esattamente quanto è accaduto all'imprenditore Dmitry Itskov, 40enne, diventato incredibilmente ricco con una media company che mette online numerosi siti di informazione in Russia, il quale qualche anno fa ha avuto l'illuminazione, si è dato un'organizzazione e ha scritto una lettera aperta a tutti i miliardari presenti nella classifica di Forbes, condividendo la propria idea. Qualcuno gli avrà dato del visionario, qualcuno si sarà dedicato a interessi meno filosofici ma qualcuno probabilmente gli avrà anche dato retta.
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Jeff BezosLa ricerca dell’immortalità è rapidamente diventata un business multi-miliardario foraggiato da alcuni dei nomi più noti dell’industria tech americana. Recentemente ha fatto parlare di sé Altos Labs, una startup che vuole rallentare l’invecchiamento e sconfiggere la morte.
Anche Jeff Bezos investe nelle startup per l’immortalità: cosa c’è di vero? Negli ultimi mesi si rincorrono le notizie di exit e finanziamenti milionari per le startup che si occupano di immortalità. L’intera Silicon Valley sta seguendo la lunga ascesa di decine di società che promettono la ricombinazione genetica al fine di far diventare il ‘tempo’ un affare del passato. A mettere il marchio ufficiale di “interesse” è stato l’investimento milionario di Jeffrey Bezos, CEO di Amazon, nei laboratori Altos Labs, specializzati in riprogrammazione biologica.
L’industria dell’immortalità conta un giro di miliardi di dollari ad oggi. Ma cosa c’è di vero? |
Immortalità digitale passivaSomnium Space sta sviluppando un modo nel metaverso per parlare con una persona dopo la sua morte. E per riuscirci servono un sacco di dati personali.
Somnium Space è già compatibile con i visori per la realtà virtuale, e permette di vivere esperienze 3D immersive. |
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oasi2050
Oasi2050 più che un progetto è un concetto.
Si basa fondamentalmente sul "paradigma dello spazio mentale", il potere che ognuno di noi ha di creare il mondo in cui vive.
Oggi viviamo in un modo fortemente interconnesso dove le informazioni tendono ad annichilire le emozioni.
Sembra che la quantità di informazioni assimilate quotidianamente sia molto più importante, e necessaria, delle emozioni realmente vissute.
Questo perchè le emozioni sono più difficili da raccontare, e in un mondo virtuale tutto ciò che non può essere contemplato viene scansato a favore del proprio alter-ego.
Questo si traduce in una mancata reazione del proprio sè nei confronti del proprio tempo vissuto.
Il tempo viene mercificato come fosse qualcosa di secondario rispetto alle priorità della nostra vita, che sono quelle di dover dimostrare la nostra posizione gerarchica all'interno della società in cui viviamo.
In sostanza non viviamo il nostro tempo, ma quello di altri.
Oasi2050 si inserisce in questo meccanismo disturbante delle nostre vite agendo proprio sull'individuazione di uno spazio fisico e mentale completamente a nostra disposizione.
Si basa fondamentalmente sul "paradigma dello spazio mentale", il potere che ognuno di noi ha di creare il mondo in cui vive.
Oggi viviamo in un modo fortemente interconnesso dove le informazioni tendono ad annichilire le emozioni.
Sembra che la quantità di informazioni assimilate quotidianamente sia molto più importante, e necessaria, delle emozioni realmente vissute.
Questo perchè le emozioni sono più difficili da raccontare, e in un mondo virtuale tutto ciò che non può essere contemplato viene scansato a favore del proprio alter-ego.
Questo si traduce in una mancata reazione del proprio sè nei confronti del proprio tempo vissuto.
Il tempo viene mercificato come fosse qualcosa di secondario rispetto alle priorità della nostra vita, che sono quelle di dover dimostrare la nostra posizione gerarchica all'interno della società in cui viviamo.
In sostanza non viviamo il nostro tempo, ma quello di altri.
Oasi2050 si inserisce in questo meccanismo disturbante delle nostre vite agendo proprio sull'individuazione di uno spazio fisico e mentale completamente a nostra disposizione.
Ma come è possibile dilatare il tempo?
Secondo la teoria della relatività (o speciale) ristretta di Albert Einstein, il tempo è fortemente condizionato sia dalla gravità che dalla velocità con cui ci muoviamo.
Come è possibile che due gemelli che hanno fatto esperienze diverse nello spazio cosmico si ricongiungano dopo qualche anno con svariate decine di anni di differenza?
In sostanza potremo già trovarci in Oasi2050.
Il tempo ha un valore del tutto relativo anche senza muoverci ad una velocità prossima a quella della luce, esattamente restando nel posto in cui ci troviamo.
Sono le condizioni del nostro pensiero a farci percepire lo trascorrere del tempo.
Quante volte diciamo "sembra successo ieri", oppure "sono già le 10?".
Questo accade quando abbiamo avuto a che fare con i dati (informazioni) e non con le emozioni.
Certamente le informazioni sono molto importanti per lo svolgimento delle nostre attività, ma non dobbiamo farne abuso, dobbiamo veramente iniziare un approccio diverso con l'iper-informazione.
La prova è che ricordiamo le emozioni vissute in montagna e non, ad esempio, il numero di fiori che conteneva quel prato.
Come è possibile che due gemelli che hanno fatto esperienze diverse nello spazio cosmico si ricongiungano dopo qualche anno con svariate decine di anni di differenza?
In sostanza potremo già trovarci in Oasi2050.
Il tempo ha un valore del tutto relativo anche senza muoverci ad una velocità prossima a quella della luce, esattamente restando nel posto in cui ci troviamo.
Sono le condizioni del nostro pensiero a farci percepire lo trascorrere del tempo.
Quante volte diciamo "sembra successo ieri", oppure "sono già le 10?".
Questo accade quando abbiamo avuto a che fare con i dati (informazioni) e non con le emozioni.
Certamente le informazioni sono molto importanti per lo svolgimento delle nostre attività, ma non dobbiamo farne abuso, dobbiamo veramente iniziare un approccio diverso con l'iper-informazione.
La prova è che ricordiamo le emozioni vissute in montagna e non, ad esempio, il numero di fiori che conteneva quel prato.
La mia esperienza nella mia oasi
E' da diverso tempo che ho iniziato ad approcciarmi con il tempo in un modo nuovo.
Presumo da quando ho fatto il classico giro di boa del 50anni.
Più passano gli anni e più il tempo sembra trascorrere più velocemente. E questa è matematica pura: un anno per un bambino di 10 anni corrisponde a 1/10 della propria vita mentre per un 50enne è solamente 1/50esimo. Quindi un valore molto più piccolo.
Ed è proprio quel l'enorme bagaglio di informazioni che ci portiamo dietro ad annichilire la sensazione dello trascorrere del tempo.
Ho iniziato a costruire la mia Oasi2050 partendo da uno spazio esclusivamente mio dove mi sono circondato di oggetti che per me hanno un valore imprescindibile, armonico e quasi spirituale.
La luce è suffusa e non ci sono finestre che misurano il trascorrere delle varie fasi della giornata.
Tutto sembra cristallizzarsi in un tempo assoluto.
Non c'è nessun contatto con l'esterno, ma solo libri, tanti libri e, solo all'occorrenza, la Adsl.
Poi c'è uno scaffale pieno di giocattoli, che da almeno 40anni custodisco e colleziono quasi fosse un'orologio personale del mio tempo.
Sembra funzionare, ormai sono 5 anni che ho 2 case, quella sociale e quella privata, e mi sento già più giovane.
Ognuno poi si organizzerà in modo diverso, l'importante è che nella sua "oasi" non entrino interferenze con l'esterno, ci sia un ambiente comodo e rilassante, e che ogni cosa al suo interno non sia banale, ma abbia un'anima.
Una sola ora in questo spazio mi regala un tempo ben maggiore di quello che tecnicamente rappresenta per la mia vita.
Il tempo rallenta e invecchio molto lentamente, almeno nell'impressione mentale.
Presumo da quando ho fatto il classico giro di boa del 50anni.
Più passano gli anni e più il tempo sembra trascorrere più velocemente. E questa è matematica pura: un anno per un bambino di 10 anni corrisponde a 1/10 della propria vita mentre per un 50enne è solamente 1/50esimo. Quindi un valore molto più piccolo.
Ed è proprio quel l'enorme bagaglio di informazioni che ci portiamo dietro ad annichilire la sensazione dello trascorrere del tempo.
Ho iniziato a costruire la mia Oasi2050 partendo da uno spazio esclusivamente mio dove mi sono circondato di oggetti che per me hanno un valore imprescindibile, armonico e quasi spirituale.
La luce è suffusa e non ci sono finestre che misurano il trascorrere delle varie fasi della giornata.
Tutto sembra cristallizzarsi in un tempo assoluto.
Non c'è nessun contatto con l'esterno, ma solo libri, tanti libri e, solo all'occorrenza, la Adsl.
Poi c'è uno scaffale pieno di giocattoli, che da almeno 40anni custodisco e colleziono quasi fosse un'orologio personale del mio tempo.
Sembra funzionare, ormai sono 5 anni che ho 2 case, quella sociale e quella privata, e mi sento già più giovane.
Ognuno poi si organizzerà in modo diverso, l'importante è che nella sua "oasi" non entrino interferenze con l'esterno, ci sia un ambiente comodo e rilassante, e che ogni cosa al suo interno non sia banale, ma abbia un'anima.
Una sola ora in questo spazio mi regala un tempo ben maggiore di quello che tecnicamente rappresenta per la mia vita.
Il tempo rallenta e invecchio molto lentamente, almeno nell'impressione mentale.
Viviamo in un mondo dove lo spazio per le persone sarà sempre più ridotto,
mentre quello digitale prenderà il sopravvento.
Sembra un'ossimoro, ma è la cruda realtà.
Tutti gli spazi riservati alla propria vita personale dìsi stanno riducendo. Dalle case in cui viviamo e prossimamente anche nelle auto che guideremo se quest'ultime non saranno rimpiazzate definitivamente dai mezzi collettivi.
Viceversa i nostri spazi digitali si stanno allargando a dismisura, montagne di dati riversati nella rete al fine di costruire quello che vorremo essere, e non quello che siamo.
Questo è già transumanesimo, non ce ne accorgiamo ma stiamo già traghettando la nostra umanità in qualcosa di diverso.
Ecco perchè il concetto di immortalità è oggi ben più raggiungibile di quanto non lo fosse solo qualche anno fa.
L'immortalità non era contemplabile solo a nominarla, oggi la vediamo come un'ipotesi fattibile, quasi una transizione evolutiva del nostro essere umano.
Ma non è così, se la sceglieremo usciremo dal concetto stesso di specie e non sapremo più cosa ci aspetterà.
Si parla anche di intelligenza artificiale, ma siamo veramente convinti di quello che potrebbe rappresentare per la nostra specie?
Mi sembra che abbiamo perso il controllo di noi stessi, il rischio potrebbe essere l'estinzione di un'immortalità filosofica e spirituale che già avevamo. Oasi2050 rappresenta l'occasione per cercare di riappropriarci della nostra essenza individuale ma anche evolutiva.
Tutti gli spazi riservati alla propria vita personale dìsi stanno riducendo. Dalle case in cui viviamo e prossimamente anche nelle auto che guideremo se quest'ultime non saranno rimpiazzate definitivamente dai mezzi collettivi.
Viceversa i nostri spazi digitali si stanno allargando a dismisura, montagne di dati riversati nella rete al fine di costruire quello che vorremo essere, e non quello che siamo.
Questo è già transumanesimo, non ce ne accorgiamo ma stiamo già traghettando la nostra umanità in qualcosa di diverso.
Ecco perchè il concetto di immortalità è oggi ben più raggiungibile di quanto non lo fosse solo qualche anno fa.
L'immortalità non era contemplabile solo a nominarla, oggi la vediamo come un'ipotesi fattibile, quasi una transizione evolutiva del nostro essere umano.
Ma non è così, se la sceglieremo usciremo dal concetto stesso di specie e non sapremo più cosa ci aspetterà.
Si parla anche di intelligenza artificiale, ma siamo veramente convinti di quello che potrebbe rappresentare per la nostra specie?
Mi sembra che abbiamo perso il controllo di noi stessi, il rischio potrebbe essere l'estinzione di un'immortalità filosofica e spirituale che già avevamo. Oasi2050 rappresenta l'occasione per cercare di riappropriarci della nostra essenza individuale ma anche evolutiva.
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Photo credits: Tima Miroshnichenko, Pixabay, Brett Sayles